Non è facile per noi studenti comprendere le ragioni di un
così difficile problema come quello della disoccupazione, ma certamente ne
possiamo vedere le conseguenze sulla
popolazione che ci circonda e sulla vita che conduciamo.
Sicuramente la disoccupazione è un problema dei nostri
giorni, e forse non ci siamo accorti che negli anni è in crescita. I dati dei
disoccupati nel nostro paese sono preoccupanti, soprattutto al Sud. I denza
lavoro in Italia oggi sono circa due milioni. La disoccupazione tocca
soprattutto i giovani, oppure persone già avanti nell’età, scartati dal mercato
per fallimento o per licenziamento. Il numero di disoccupati rispetto ad
ottobre è aumentato di circa quindicimila unità, mentre su base annua i
disoccupati sono aumentati del 5,6%. Secondo i primi dati provvisori il numero
di occupati nel mese di settembre è calato rispetto al mese di agosto. Sempre
secondo dati provvisori dell’Istat, il tasso di disoccupazione italiano è in aumento
sia rispetto al mese di agosto, sia rispetto all’anno precedente. In crisi anche alcune nazioni, come Germania, Francia
o Inghilterra, che erano viste come modelli di sviluppo industriale e oggi
lamentano impressionanti aumenti di disoccupazione.
Il tasso di
disoccupazione non è omogeneo tra i vari Paesi dell’Unione Europea. A fine 2011
i valori oscillavano tra il 22,9% della Spagna ed il 4% dell’Austria. L’impatto
della crisi nelle diverse nazioni è diverso. Nelle repubbliche baltiche ed in
Irlanda la crisi economica ha provocato un forte aumento della disoccupazione
tra il 2007 ed il 2010. In altri Paesi l’aumento è stato più contenuto ed in
altri ancora pressoché nullo (Malta). Infine, in Austria, Germania e Polonia,
la disoccupazione è oggi minore che nel 2007.
La disoccupazione giovanile ha seguito nel tempo un
andamento simile a quella della popolazione nel suo complesso. Dopo essersi
mantenuta tra il 17 ed il 18% nella prima metà del decennio, era scesa fino al
15,3% nel 2007, per arrivare poi al 19,6% nel 2009 in seguito alla crisi
economica. Da allora la crescita della disoccupazione giovanile è continuata
fino a raggiungere il 22,3% nel novembre 2011. Il dato più elevato è quello
spagnolo (49,6%), poco sopra quello greco (46,6%). Valori superiori al 30% si
registrano anche in Slovacchia, Portogallo e Italia. Il fenomeno è invece molto
più limitato in Germania (8,1%), Austria (8,3%) e Paesi Bassi(8,6%). La
disoccupazione femminile, nel 2000 era superiore di due punti percentuali
rispetto a quella maschile.
di Irene Adamuccio
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