martedì 12 aprile 2011

Mazzini si racconta:

«Ottimo risultato, ma preferivo la Repubblica»

di Gianluigi Ciurlia e Francesco Serracca

Cari lettori, ci troviamo oggi a Londra per intervistare una persona che tanto ha contribuito all’Unità d’Italia, risvegliando le coscienze e dando l’esempio con lotta e sacrificio: Giuseppe Mazzini.

Secondo Lei perché è meglio la Repubblica?
«Credo che sia meglio la Repubblica perché il popolo deve essere artefice del proprio destino e non deve avere nessun padrone, neanche un re costituzionale».

Lei ha detto: «Costruire l’Italia in Nazione una, indipendente, libera, repubblicana». È contento del risultato che ha ottenuto e per cui ha combattuto tanto?
«In parte sono contento perché ho dato un contributo importante per l’Unità d’Italia. D’altra parte invece no, perché la maggior parte degli italiani ha preferito il re».

I suoi moti erano ispirati a un’ideologia repubblicana e antimonarchica, quindi fu perseguitato da tutte le monarchie italiane dell’epoca. Come riuscì a contrastarle?
«Il mio primo moto fallì come quelli successivi ma io ero convinto, ancora una volta, della validità dei miei ideali politici e morali e agii creando associazioni e fondando riviste. Il numero di uomini e donne che vi hanno aderito mi ha dato la forza per continuare».

Perché Lei ha preferito l’esilio quando poteva scegliere il confino interno?
«Ho scelto l’esilio perché sarei stato in contatto con la Svizzera, le città di Lione e Marsiglia e con i gruppi di Filippo Buonarroti, in modo da diffondere le mie idee».

Dato che ha costruito molte associazioni in varie nazioni si aspettava un aiuto da queste per fare la Repubblica in Italia?
«No, sinceramente no perché le mie associazioni erano ormai decadute, anche se avevano contribuito a diffondere gli ideali di libertà e di indipendenza, e quindi coloro che rimanevano non potevano più darmi una mano».

Perché decise di appoggiare moralmente la spedizione dei Mille di Garibaldi?
«La ritenevo una valida opposizione a Cavour. Purtroppo è stata decretata la monarchia, ma io continuerò a battermi per la Repubblica».

Dato che lei è repubblicano, si aspettava che l’Italia fosse una Repubblica sin dagli inizi, ma è contento dell’Unità?
«Sì, sinceramente mi sarei aspettato la Repubblica però sono contento dell’Unità d’Italia».

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