Fuoriclasse 2011-2012
Giornale di bordo dell'Istituto Comprensivo "GALATEO - FRIGOLE" - LECCE
mercoledì 30 maggio 2012
martedì 22 maggio 2012
LO STRAZIANTE ADDIO DI MELISSA BASSI.
Un giorno
molto triste per la città di Brindisi, per la scuola superiore ‘Morvillo Falcone’ e per
i genitori e amici di Melissa. 19 maggio 12. Ore 07.45 del mattino. Un “folle” decide volontariamente di
far scoppiare un ordigno vicino alla scuola superiore, provocando la morte di una ragazza di 16 anni, Melissa Bassi, e il ferimento di altre ragazze.
Questo attentato è costato la vita ad una ragazza innocente. A compiere quest’attentato è stato sicuramente una persona con brutte intenzioni. Sento la tristezza dei genitori per la mancanza della figlia e non vorrei, ovviamente, trovarmi in una situazione del genere, perché non oso immaginare come è terribile sapere che la propria figlia ha perso la vita a soli 16 anni. Secondo me una cosa è parlarne, un'altra è trovarsi in certe situazioni!
Io ora ho una famiglia e non posso pensare che la famiglia di Melissa non è più al completo, che tutti ora vivono la vita scolastica in modo tragico per la perdita di una compagna.
Posso solo
immaginare come è terribile per gli amici aver perso una persona speciale, averla
vista 10 minuti prima dell'esplosione e poi, dopo, riuscire a vederla solo in una foto, per ricordarla com’era.
Scrivendo sto riflettendo molto e sto pensando che al mondo ci sono tante persone che, se vogliono, riescono a fare male. Sto pensando come un uomo qualunque sia stato capace di togliere la vita ad una ragazzina che aveva ancora tutta la vita davanti.
Se solo si
potesse tornare indietro e cancellare quel terribile momento... Non avrei mai
voluto sentire ciò che ho sentito, non avrei voluto vedere quelle terribili
foto messe su un giornale. Ora posso solo pensare al dolore cha ha colpito
tutti, ma sicuramente non oso pensare quale dolore c'è ora nei genitori della ragazza.
E' ancora più terribile, poi, pensare che la morte di Melissa sia stata messa in scena dinanzi ad una scuola e sia stata proiettata negli occhi degli amici che non la dimenticheranno mai, perché oramai impressa nei loro ricordi.
Irene Adamuccio
E' ancora più terribile, poi, pensare che la morte di Melissa sia stata messa in scena dinanzi ad una scuola e sia stata proiettata negli occhi degli amici che non la dimenticheranno mai, perché oramai impressa nei loro ricordi.
Irene Adamuccio
TRAGEDIA DI BRINDISI: LA MIA RIFLESSIONE
Il 19 Maggio è stato un giorno molto triste per la
città di Brindisi e per tutte le scuole ma, soprattutto, per i genitori di
Melissa
Questo bruttissimo evento ha colpito tutti, anche le persone che non
conoscervano Melissa, perché lei era un’adolescente come tutti gli altri, che ora, per colpa di alcune “persone”, ha perso la vita mentre stava andando a scuola.
Credo che il killer sia una persona pazza, che sapeva che avrebbe colpito una ragazza: la scuola di Melissa, infatti, è un istituto frequentato quasi esclusivamente da ragazze, che volevano avvicinarsi sempre più al loro futuro, affacciandosi verso i loro sogni. Era una ragazza con tanta voglia di vivere e di realizzare i suoi sogni. La sua morte è stata un'INGIUSTIZIA, non riesco ad accettarla!
Credo che il killer sia una persona pazza, che sapeva che avrebbe colpito una ragazza: la scuola di Melissa, infatti, è un istituto frequentato quasi esclusivamente da ragazze, che volevano avvicinarsi sempre più al loro futuro, affacciandosi verso i loro sogni. Era una ragazza con tanta voglia di vivere e di realizzare i suoi sogni. La sua morte è stata un'INGIUSTIZIA, non riesco ad accettarla!
Come ha detto Nichi Vendola: "Non avrei mai voluto vedere ciò che ho visto, la morte messa in scena dinanzi ad una scuola, la morte
oscena e molesta che azzanna la vita adolescente, la vita allegra dei figli che
varcavano soglia di un luogo sacro, deputato all’educazione e alla coscienza”. Io
con questo sono più che d’accordo, come ho già detto prima: la scuola è un luogo dove i genitore dovrebbero lasciare i figli con tranquillità, sapendo che torneranno a casa sani e salvi.
Non riesco nemmeno ad immaginare il dolore che hanno provato i genitori di Melissa sapendo della sua morte, così come non riesco manco a immaginare cosa provano nei confronti della “persona” che l’ha uccisa.
Sicuramente proveranno dolore, ma soprattutto rabbia, perché loro, come noi, vogliono quell’uomo chiuso dietro le sbarre di una cella. Anche se questo non restituirà mai la loro amata bambina.
Ludovica BlasiNon riesco nemmeno ad immaginare il dolore che hanno provato i genitori di Melissa sapendo della sua morte, così come non riesco manco a immaginare cosa provano nei confronti della “persona” che l’ha uccisa.
Sicuramente proveranno dolore, ma soprattutto rabbia, perché loro, come noi, vogliono quell’uomo chiuso dietro le sbarre di una cella. Anche se questo non restituirà mai la loro amata bambina.
"A 16 anni si dovrebbe morire solo di noia!"
Non ho parole per
esprimere ciò che sento dentro da quando ho sentito della morte di Melissa,
notizia che mi ha spezzato il cuore in
mille pezzi. Quel sorriso da angelo che avrà regalato tanta gioia ai suoi
genitori e ai suoi migliori amici, ora si è spento per sempre.
Oggi più che mai
tutti si stringono attorno a lei per ricordarla come merita, quella dolce
principessina; mi fa male credere che
esista qualcuno così folle e disumano da prendersela con anime innocenti. E’
altrettanto doloroso sapere che si sia spenta davanti a scuola, in una mattina che per lei doveva essere come tutte le altre: la sua unica
preoccupazione sarebbe dovuta essere l’interrogazione.
Sono convinta che Melissa non si sarebbe mai e poi mai
aspettata di morire proprio lì, davanti all’entrata della sua scuola, dove lei
studiava per realizzare il suo sogno di diventare una stilista. Sono
tremendamente dispiaciuta perché per me è avvilente sapere che per un assurdo atto di violenza una ragazza di
soli 16 anni si sia visto sfumare il futuro davanti agli occhi.
A 16 anni a scuola si dovrebbe morire solo di noia!
Verdiana Ingrosso 3d
UN’ORRENDA TRAGEDIA
La tragedia
avvenuta il 19 maggio a Brindisi ha colpito, facendo morire la povera Melissa e pugnalando i nostri cuori.
Quella ragazza poteva
essere una di noi, una nostra amica. È strano pensare che una ragazzina esca da casa per andare a imparare
ad essere una cittadina del futuro e non torni mai più, lasciando intorno a se
una famiglia devastata e amiche afflitte dal dolore.
Melissa era una stella che ha smesso di brillare troppo presto, ma da lassù darà la forza alla sua
famiglia di superare questa grande difficoltà che la vita sta ponendo loro.
Noi
alunni della scuola media abbiamo ricevuto la lettera del ministro dell'istruzione Francesco Profumo, che ha scritto a noi ragazzi coetanei di Melissa che
noi non siamo soli ma possiamo contare su una grande comunità. Altrettanto
importanti sono state le parole di Nichi Vendola, che hanno toccato il nostro
cuore facendoci capire che non dobbiamo mollare ma coltivare la nostra
vita.
Questa orrenda tragedia non si potrà cancellare mai dai nostri cuori. Speriamo solo che un’oscenità del genere non accada mai più.
Greta caprioli
Valentina Campise
martedì 24 aprile 2012
I rischi di Facebook
In questo articolo vi illustrerò i migliori consigli per la
difesa della vostra privacy su Facebook.
Tutti pensano che la migliore difesa per vietare l’accesso
al proprio account ai malintenzionati sia una semplice password. Ma non è così.
In pochi sanno che «scoprire» una password è solo questione di tempo. Tutti i
social network come Facebook hanno una «doppia» password: può sembrare molto
assurdo ma la password «primaria» è la e-mail. Se il malintenzionato non
conosce la e-mail non può mai entrare anche se conosce la password. Quindi
seguendo un filo logico, la mail è visibile in ogni singolo account di Facebook
e questo significa che la così definita «password primaria» è scoperta e ogni
persona la può ottenere scaricandola dai dati di contatto visibili in ogni
singolo account e poi trovare in qualche modo la password. Per compiere un
azione simile, possono volerci da un giorno a un mese: dipende dalle
impostazioni e dal tipo di password. Perciò, se la password è composta da
caratteri particolari (come asterischi, parentesi…) o di lettere minuscole,
maiuscole e numeri, è molto più sicura rispetto a parole comuni come «amoremio»
o «12345678».
Una cosa da non fare assolutamente è quella di impostare
password deboli, come la data di nascita, il nome o il cognome, il nome della
fidanzata o del fidanzato, ecc. Le password molto potenti, invece, sono il
metodo più efficace per la difesa dei propri dati personali ma sono le più
difficili da ricordare. Esse sono caratterizzate da caratteri particolari,
lettere e numeri sparsi qua e là che formano una parola senza senso.
Un altro buon consiglio che vi do è quello di usare una
connessione cifrata (https://) soprattutto quando si sta usando una connessione
wireless o una rete pubblica come quelle che ci sono negli edifici pubblici o
negli aeroporti.
Le migliori impostazioni e i consigli per usare Facebook in
modo sicuro
Adesso arriviamo al sodo:
1. Precedentemente ho scritto che l’e-mail è la password
primaria, quindi dobbiamo nasconderla e sostituirla con una mail secondaria,
ossia la mail di contatto.
2. In «Impostazioni account
- Protezione» attiviamo la
«connessione sicura».
3. Utilizziamo password «potenti».
4. Non conviene accettare richieste di amicizia da persone
che non conosciamo. Può sembrare assurdo, ma chi ci dice che il/la ragazzo/a
bello/a non sia in realtà un hacker che ha intenzione di rubare i nostri dati
personali?
5. Evitiamo di cascare nelle così chiamate «trappole», ossia
i link che ci dicono «Clicca qui per vedere le foto di pinkopallina/o». Anche
questo può sembrare assurdo, ma il metodo più semplice per rubare le password è
proprio questo!
6. Non usiamo sempre la stessa password. Ricordiamoci di
cambiarla almeno ogni 2 settimane.
7. Chi ci tiene veramente e ha tanta pazienza, può attivare
in «Impostazioni account - Protezione» l’approvazione degli accessi. In questo
modo chiunque voglia entrare da un dispositivo non registrato deve inserire un
codice che viene inviato sul cellulare del proprietario.
Spero che tutto ciò vi sia utile, e... occhio alla
sicurezza!
di Gianmarco Scardino
Disoccupazione, un problema comune
Non è facile per noi studenti comprendere le ragioni di un
così difficile problema come quello della disoccupazione, ma certamente ne
possiamo vedere le conseguenze sulla
popolazione che ci circonda e sulla vita che conduciamo.
Sicuramente la disoccupazione è un problema dei nostri
giorni, e forse non ci siamo accorti che negli anni è in crescita. I dati dei
disoccupati nel nostro paese sono preoccupanti, soprattutto al Sud. I denza
lavoro in Italia oggi sono circa due milioni. La disoccupazione tocca
soprattutto i giovani, oppure persone già avanti nell’età, scartati dal mercato
per fallimento o per licenziamento. Il numero di disoccupati rispetto ad
ottobre è aumentato di circa quindicimila unità, mentre su base annua i
disoccupati sono aumentati del 5,6%. Secondo i primi dati provvisori il numero
di occupati nel mese di settembre è calato rispetto al mese di agosto. Sempre
secondo dati provvisori dell’Istat, il tasso di disoccupazione italiano è in aumento
sia rispetto al mese di agosto, sia rispetto all’anno precedente. In crisi anche alcune nazioni, come Germania, Francia
o Inghilterra, che erano viste come modelli di sviluppo industriale e oggi
lamentano impressionanti aumenti di disoccupazione.
Il tasso di
disoccupazione non è omogeneo tra i vari Paesi dell’Unione Europea. A fine 2011
i valori oscillavano tra il 22,9% della Spagna ed il 4% dell’Austria. L’impatto
della crisi nelle diverse nazioni è diverso. Nelle repubbliche baltiche ed in
Irlanda la crisi economica ha provocato un forte aumento della disoccupazione
tra il 2007 ed il 2010. In altri Paesi l’aumento è stato più contenuto ed in
altri ancora pressoché nullo (Malta). Infine, in Austria, Germania e Polonia,
la disoccupazione è oggi minore che nel 2007.
La disoccupazione giovanile ha seguito nel tempo un
andamento simile a quella della popolazione nel suo complesso. Dopo essersi
mantenuta tra il 17 ed il 18% nella prima metà del decennio, era scesa fino al
15,3% nel 2007, per arrivare poi al 19,6% nel 2009 in seguito alla crisi
economica. Da allora la crescita della disoccupazione giovanile è continuata
fino a raggiungere il 22,3% nel novembre 2011. Il dato più elevato è quello
spagnolo (49,6%), poco sopra quello greco (46,6%). Valori superiori al 30% si
registrano anche in Slovacchia, Portogallo e Italia. Il fenomeno è invece molto
più limitato in Germania (8,1%), Austria (8,3%) e Paesi Bassi(8,6%). La
disoccupazione femminile, nel 2000 era superiore di due punti percentuali
rispetto a quella maschile.
di Irene Adamuccio
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