martedì 10 maggio 2011

Giocare troppe ore al giorno con i videogiochi provoca danni irreparabili

Tommaso Vergine


I videogiochi spopolano tra i giovani, e anche tra i meno giovani, che ogni giorno spendono ore davanti allo schermo, vivendo in una realtà virtuale che fa discutere.
L’ultima notizia che ha animato il dibattito sul tema è arrivata qualche giorno fa dal Regno Unito: sui videogiochi potrebbero fare ben presto bella mostra frasi come “giocare con i videogiochi uccide” o “i videogiochi danneggiano la salute”.
La proposta è la conseguenza del “Byron Review”, rapporto sull’uso-abuso di videogiochi, realizzato dalla psicologa Tanya Byron, secondo il quale giocare troppe ore al giorno provocherebbe danni irreparabili. Da qui l’idea di riportare sui videogiochi le frasi già presenti sui pacchetti di sigarette.
In realtà, quella dell’etichettatura dei videogiochi sembra più una “boutade”.
Il rapporto della studiosa britannica ha voluto sottolineare il crescente abuso di videogiochi da parte dei più giovani e lo scarso controllo esercitato dai genitori, una superficialità che porta i bambini a giocare per ore a giochi spesso violenti che li portano a condurre una vita decisamente non adatta a loro, anche se solo virtualmente.
La provocazione dell’etichettatura dei videogiochi, probabilmente, è stata l’ennesima occasione per dibattere della questione: quanto fanno male i videogiochi?
Tanya Byron spiega nel suo lavoro che l’errore sta nel pensare di “tenere al sicuro” i propri figli lasciandoli soli a casa e facendoli giocare davanti al pc, con il rischio, però, di evitare i pericoli della vita vera, ma di incappare in “danni on-line” altrettanto pericolosi.
Sarebbero, quindi, necessarie campagne di sensibilizzazione per genitori e insegnanti, oltre che un sistema di classificazione dei videogiochi più chiaro e specifico.
Infatti, abusare dei videogiochi provoca certamente numerosi problemi: i ragazzi rischiano di diventare dipendenti dal loro videogioco e di costruirsi una realtà virtuale, tendendo spesso a distaccarsi dalla vita vera e a ridurre sensibilmente i rapporti sociali con gli altri.
Dipendenza e asocialità, ma anche assimilazione di modelli comportamentali sbagliati, sono i principali rischi a livello psicologico.
Ma i danni possono essere anche neurologici: molti casi di assenza e convulsioni sono stati attribuiti all’utilizzo senza limiti di videogiochi, anche se molti esperti sottolineano che i soggetti più a rischio sono i bambini affetti da “epilessia foto sensitiva”, un disturbo che rende i soggetti particolarmente sensibili ai forti contrasti tra i colori chiari e quelli scuri, cioè, il loro cervello non riesce a tollerare i forti sbalzi di luminosità presenti nei videogiochi. Per non parlare poi dei danni causati a lungo andare alla colonna vertebrale e all’apparato osseo delle mani.
Eppure non si possono nascondere le potenzialità positive dei videogiochi: lo sviluppo delle capacità senso motorie, la possibilità di prendere decisioni rapide in breve tempo per raggiungere un obiettivo o imparare a gestire e controllare le emozioni e le sensazioni sono tutte capacità che il bambino può affinare giocando. Ovviamente non abusandone! 



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